Giorno dopo giorno, pubblicherò qui alcuni miei contributi al Programma elettorale di coalizione ed altre proposte e idee sulle quali mi impegno a lavorare. Si tratta di cose concrete e realizzabili. Se vuoi farmi sapere che ne pensi, o fornirmi spunti e suggerimenti, scrivimi pure: marco.rossi@comune.gorizia.it
Un nuovo Accordo tra Italia e Slovenia: un “Osimo 2” per superare il confine
Su un numero di “GoriziaEuropa” della scorsa estate avevo scritto che l’idea di una città unica transfrontaliera tra Gorizia e Nova Gorica non dovrebbe affatto dividere la città (in questi mesi si sono lette, invece, molte resistenza soprattutto a destra), è invece un obiettivo che andrebbe largamente condiviso perché il confine dovrebbe semplicemente sparire, e consentire il superamento di tutte quelle complessità amministrative e normative che viviamo sul confine e che impediscono una maggiore e piena integrazione e il pieno sviluppo del nostro territorio. Ne scrivevo appunto qui. Ci vorrebbe una specie di “Osimo 2”, un nuovo accordo internazionale bilaterale, come fu quello firmato nel 1975. Un nuovo accordo contrassegnato da un fortissimo spirito europeista che dica “nessun confine”, di cui peraltro la Commissione europea potrebbe essere garante e mediatrice. C’è, ovviamente, un consenso politico e diplomatico da costruire tra due Paesi, cosa non semplice perché non sempre le esigenze delle popolazioni di confine sono comprese nelle “capitali”, ma prima ci deve essere una forte unità di intenti nelle istituzioni di Gorizia e Nova Gorica. Devo dire che quello attuale è un momento felice perché dal Presidente Mattarella e dal Presidente sloveno, Borut Pahor, sono arrivate parole molto nette a favore della cooperazione bilaterale che mostrano una forte conoscenza del nostro territorio. Anche il prossimo premier sloveno sarà Golob, già in passato presidente del GECT.
Un Masterplan per il recupero delle aree dismesse di Gorizia
Anni fa Legambiente aveva censito almeno 80 ettari di aree dismesse a Gorizia: un’enormità! Caserme, aree industriali e molto altro. Oggi sono soltanto aree fatiscenti, mentre potrebbero essere l’occasione per una rinascita della nostra città. La prossima amministrazione comunale dovrebbe produrre un “masterplan” per ciascuna di esse (penso alle ex caserme Del Fante e Pecorari, per esempio!), così da avere uno strumento idoneo ad attirare investimenti privati ma anche pubblici: è accaduto molto spesso in questi anni che l’Amministrazione non cogliesse opportunità a causa di una cronica mancanza di programmazione. Si tratta di immaginare il futuro della città in un’ottica moderna, capace di attirare investimenti e produrre posti di lavoro di qualità: se l’ex caserma Del Fante diventasse un polo di ricerca e start up tecnologiche? altrove (penso al caso di Rovereto, città simile per dimensione demografica), il recupero di importanti aree dismesse è diventato occasione affinché università, enti pubblici, imprese di alleassero per rilanciare un’area e tutta l’economia cittadina. A Gorizia dobbiamo fare altrettanto!
Un Museo della Storia del Novecento
Gorizia nel Novecento ha vissuto due guerre mondiali, la Resistenza, le Foibe, la Guerra fredda. E’ una sintesi eccezionale (e per molti versi estremamente drammatica) della storia europea del XX secolo. E’ stata una delle ultime città divise da un muro: una piccola Berlino in riva all’Isonzo. Ce ne sono moltissime testimonianze che andrebbero preservate e lo si potrebbe fare attraverso un Museo che ripercorra, anche sul piano storico-didattico, la storia del Novecento, goriziano ed europeo. Un Museo di questo tipo sarebbe peraltro il completamento ideale e necessario di quel fantastico progetto di “Museo diffuso del ‘900” proposto da anni dalla rivista Isonzo-Soca e che vorrei vedere finalmente realizzato. Il drammatico Novecento della storia di Gorizia è spesso ricordato soprattutto per il dolore e le divisioni che ha prodotto nella memoria cittadina. Ma proprio la sua memoria storica potrebbe diventare anche un’enorme occasione per vedere lavorare fianco a fianco animatori e promotori di associazioni e ambienti culturali cittadini spesso su “barricate” contrapposte. Sarebbe un’enorme passo avanti per la nostra comunità!
Per ogni quartiere il suo “Piano-sviluppo”
In questi ultimi quindici anni, Romoli prima e Ziberna poi hanno privilegiato l’idea che di Gorizia esista solo il suo centro: in realtà Gorizia è una cittadina policentrica e quella dei quartieri non è solo una identità sentita, ma anche il modo in cui il tessuto urbano si è sviluppato. Mentre andrebbero costituite delle Consulte di Quartiere (o ricostituiti i Consigli circoscrizionali veri e propri) sono convinto che per ciascun quartiere la prossima Amministrazione comunale dovrebbe prevedere dei “Piani di quartiere” che prevedano interventi in opere pubbliche, cronoprogramma delle piccole opere di manutenzione, interventi urbanistici e interventi di risanamento e recupero di strutture: insomma dei programmi complessivi che, anche attraverso l’ascolto di cittadini in una molteplicità di incontri pubblici, definiscano strategie per ciascun quartiere, da attuare ed integrare negli usuali strumenti programmatori del Comune (il PRGC, il Programma triennale dei lavori pubblici, il Bilancio di previsione, PEG ecc.).